Guarigione, apertura e grotta

Francesco Benozzo in “Malattia e guarigione: tracce di concezioni preistoriche nel lessico uralico e indoeuropeo” indica una serie di verbi che accomunano la guarigione all’apertura e allo stare in una grotta.

Come mai la guarigione ha a che fare con l’apertura, il nascondere e la grotta?

Guarigione e apertura

segnare il paneNella pratica tradizionale vi è una connessione tra guarigione e segno. Le nostre guaritrici di campagna, infatti, vengono chiamate anche segnatrici, per via dei segni che tracciano durante il rituale di guarigione. Benozzo ci dice: “[…] il significato del latino signum ‘segno’ rappresenta un’evoluzione della radice indoeuropea *SEK- ‘tagliare’. Questa evoluzione è esclusiva del latino[…]”.

Continua poi: “E’ probabilmente a un rituale di panificazione che si fa qui riferimento: non soltanto infatti la lievitazione e la panificazione sono notoriamente legate a fenomeni di guarigione (io stesso ho raccolto in area italiana esempi di lievitazione utilizzata per curare l’atrepsia dei bambini), ma va osservato che sul pane l'”incisione” e il “taglio” diventavano semplici (o complessi) “segni”, eseguiti per favorire la lievitazione.”

Tra queste parole vi è qualcosa di estremamente interessante. Esistono dei rituali antichi, come dice Benozzo, in cui la segnatura avviene con la panificazione, ma questo è un simbolo, un’analogia molto importante. Il taglio, l’apertura, permette al pane di crescere, di lievitare, di maturare e a fine di tale processo di raggiungere la sua massima maturazione. Per analogia anche la guarigione necessita di un processo di taglio e apertura.

tagliare il maleTagliare il male

I segni delle segnature servono a tagliare il male, a impedire che cresca e si diffonda. Quando una ferita è aperta, possiamo espellere il “veleno”, oppure possiamo tagliare via il male. Se ci pensate è ciò che la medicina fa tutt’ora con la chirurgia. Sono cambiate le modalità ma non i concetti che sottendono.

In alcune pratiche di guarigione vengono utilizzate proprio delle lame: coltelli, forbici, pugnali, allo scopo di tagliare e “bandire” il male.

Nelle pratiche sciamaniche la guarigione avviene, prima di tutto, attraverso un rituale di apertura e taglio. La limpia, non è altro che una pulizia, un taglio di tutte le energie pesanti e congeste. tale pratica è anche un’apertura che permette alle energie di riprendere a fluire nel nostro corpo, di riprendere il processo di crescita, esattamente come il pane.

Guarire e stare nascosti

guarire e stare nascostiRiguardo ai verbi che significano sia guarire che stare nascosti, l’autore ci dice: “Tutti questi verbi hanno il significato di ‘guarire’, ma sono palesemente connessi al latino celo, celare ‘nascondere’ e al latino cella ‘cava, cella’ […]”.

Perché questa connessione tra guarire e stare nascosti?

Potremmo fare diverse considerazioni al riguardo.
Innanzitutto per guarire necessitiamo di riposo e rigenerazione. Ciò significa sottrarsi dalla vita sociale fino al raggiungimento della guarigione. L’istinto a nascondersi non appartiene solo all’uomo, ma a tutti gli animali. Non essendo in grado di “difendermi” dai pericoli della natura, essendo malato, non posso muovermi come se niente fosse, perché di fronte a un pericolo non sarei in grado di affrontarlo, o forse, di scappare. Ecco allora che è meglio nascondersi per non essere una preda facile.

Nell’animismo il nascondersi potrebbe avere anche un significato simbolico, ovvero quello di nascondersi dal male stesso, visto come essere maligno o demoniaco.
Sono molte le pratiche sciamaniche che attuano dei meccanismi di difesa per nascondersi e non essere riconosciuti.

Il segreto

Un ultimo aspetto interessante da considerare è il segreto che riguarda la pratica stessa di guarigione.

Le segnature infatti sono pratiche “magiche” segrete, le cui parole di potere non possono essere carpite, altrimenti viene perso il potere che racchiudono. La conoscenza deve rimanere nascosta, segreta.

Facilmente riconduciamo questa segretezza all’inquisizione e ai processi alle streghe, ma probabilmente tale prassi era molto più antica e, in quel periodo, ha solo acquisito maggior importanza.

La guarigione e la grotta

la grottaLa grotta è un luogo ed un simbolo archetipico estremamente importante.

Benozzo sostiene che tale connessione possa derivare da pratiche preistoriche (Paleolitico Superiore) di incubazione e letargia rituale, perpetuatesi fino all’epoca classica ed oltre in una forma di continuità. Tali pratiche rituali consistevano nel restare in una grotta, anche per settimane, al fine di ricevere la guarigione anche grazie a esperienze oniriche.

Queste parole del Benozzo mi hanno fatto pensare alla “Ricerca di visione” in cui il praticante doveva intraprendere un solitario pellegrinaggio verso la montagna sacra per chiedere agli spiriti una guarigione, un consiglio o il proprio potere. In queste due forme non vi è molta differenza, perché si tratta di isolamento, di silenzio, di introspezione e di ricerca di connessione con la natura e gli spiriti.

guarigione nella grottaDicevo che la grotta è un archetipo importante, in quanto rappresenta il grembo materno. E’ la madre, è il luogo in cui tutto ha origine, è un luogo di grande forza vitale. Ma la grotta è anche la casa dell’uomo primitivo, è il luogo dove poteva proteggersi dai pericoli esterni e nascondersi.
Ecco allora che, tutti questi simbolismi, acquisiscono particolare importanza nel processo di guarigione.