La chiusura del cerchio

In questi giorni è avvenuta per me la chiusura di un cerchio. Non intendo che sia finito qualcosa, anche se in questo anno passato ci sono stati cambiamenti, cose che si sono concluse ed altre che si sono aperte, ma mi riferisco a una presa di coscienza che ha congiunto un punto iniziale della mia esperienza sciamanica con quello in cui sono ora.

Uno dei miei primi viaggi.

Dea cavalloRicordo ancora come se fosse ieri, pur essendo passati una decina di anni, i miei primi viaggi sciamanici. Quei viaggi aprirono la porta all’esperienza che mi ha portato fin qui. Passai da un’esperienza intellettuale alla pratica dello sciamanesimo.
Bene, ma vi chiederete cosa è successo in uno di questi viaggi?
Sono successe tante cose che riguardano il mio percorso e chi sono, ma quella di cui voglio raccontarvi oggi è l’incontro con un’antica divinità.
Raffaella, l’amica che mi ha introdotto al viaggio sciamanico, mi stava guidando alla ricerca della Madre Terra e la sua forma divina.
Era primavera inoltrata e noi eravamo sotto un albero della Pineta di Cervia.
Durante il viaggio, immerso in una foresta ai confini di un grande lago dalle acque calme e trasparenti, incontrai una donna. Era una bellissima e amabile donna nuda, dai lunghissimi capelli che le ricadevano sul corpo a formare una tunica. I capelli sembravano trasformarsi in edera creando una continuità con la natura circostante.
A un tratto vidi il suo volto, non era umano! Al posto della testa di donna vi era il capo di un cavallo bianco. Le chiesi il nome e si presentò come Silva, la dea della terra. Mi accolse tra le sue braccia e un amore dirompente mi avvolse. Mi sentii amato, accudito e guarito. Il viaggio prosegui, con diverse esperienze e guarigioni.

La ricerca

KaliUna volta arrivato a casa cercai informazioni sulla dea, esisteva davvero? Era reale o immaginaria?
Dalle ricerche su google trovai poco, ma qualche analogia con Demetra fecero nascere in me un grande stupore! Avevo realmente incontrato la Dea della Terra.
Gli anni passano e a quell’incontro non ne seguono altri, la mia strada mi portò all’oriente e all’incontro con Durga e poi Kali. E’ indubbiamente interessante come il mio percorso sciamanico e la mia vita siano sempre guidate da delle Dee… e che Dee!

La chiusura del cerchio.

Ecco allora che arriva l’ultimo anno, un anno in cui il destino mi porta a compiere un passaggio importante: il ritorno a casa!
E’ infatti arrivato il bisogno profondo di riconnettermi alla mia terra, agli spiriti che qui albergano e alle divinità nostrane. E’ così che scopro l’affinità tra le divinità indiane e il nostro Pantheon classico. Tutto questo mi appare estremamente affascinante e fautore di una certa continuità.
Poi arriva mercoledì scorso, l’incontro con una ragazza, una latinista esperta dei nostri culti italici e qui avviene, per me, una grandissima scoperta.

Hecate

HecateParlando della mia Dea Silva, E mi dice che non è Demetra, ma Hecate. Mi spiega che il cavallo è un animale psicopompo ed è uno dei modi in cui Hecate viene rappresentata. Anche l’annunziarsi come Silva non è qualcosa di causale, essendo Silva la selva latina, il bosco sacro a Hecate e a Diana (con cui spesso Hecate si fonde).
Continuando a parlare esce la corrispondenza tra Hecate e Kali e li io rimango senza parole.
Una luce s’accende, lo stupore mi investe, ho capito!
Quella Dea che pensavo di aver incontrato una volta, con cui non credevo aver grande rapporto era sempre rimasta con me, al mio fianco, per tutti questi anni… Era con me senza che la riconoscessi, senza che la onorassi. Nel tempo si è mostrata a me sotto diverse forme, quelle con cui io in quel momento potevo riconoscerla e oggi me ne ha dato una conferma.
Trovo tutto ciò bellissimo, sconvolgente ed emozionante… ecco perchè ho voluto condividerlo con voi.
La mia via sciamanica, come penso anche la vostra, è come un enorme puzzle in cui ogni giorno scopro un tassello nuovo e lo incastro al suo posto per dare forma a un disegno che ancora non conosco, non posso vedere nella sua totalità, ma tutto questo è bellissimo.
Mi sento un cercatore, ma la cosa più bella è vedere come tutto, al di fuori della nostra comprensione, abbia un senso.
«Ecco i simboli di Hecate: una figurina di cera di tre colori, bianca nera e rossa, che rappresenta Hecate con una frusta, una torcia e una spada. Intorno alla Dea si attorciglia un serpente. Che sia il terrore dei cani infernali, l’immagine terrificante di Hecate; che nelle mani tenga una torcia e una spada vendicatrice. Che un serpente sinuoso avvolga la Fanciulla nelle sue spire e sia come corona al Suo terribile volto. E vi sia anche la chiave splendente e la frusta sibilante, simbolo del Suo potere sui demoni». [Eusebio, Preparazione evangelica, V, 14]
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