Manifestazioni Divine tra Oriente e Occidente

Manifestazioni Divine tra Oriente ed Occidente… questa è la riflessione che ho fatto ieri, andando a visitare il Palazzo Ducale di Sassuolo.

Palazzo Ducale SassuoloIl Palazzo Ducale

Ieri finalmente mi sono ritagliato un’oretta di tempo per andare a visitare il Palazzo Ducale di Sassuolo che, in 38 anni, non avevo mai visto. E’ stata una bella visita anche se l’accompagnamento della guida non mi ha permesso di visitarlo coi miei tempi, ritagliandomi spazi per la fotografia e l’osservazione dei dettagli. Ma ringrazio lo stesso la guida, perchè le sue parole mi hanno permesso di accendere una lampadina mentale comparando Oriente e Occidente.

La visita si apre su uno splendido corridoio affrescato (e molto ben mantenuto) sulla storia di Bacco.
E la guida inizia a raccontarmi il mito raffigurato negli affreschi e qui si apre la mia intuizione.

Bacco

Corridoio di Bacco

Dioniso, il dio della viricoltura, era figlio di Zeus e di Sèmele. Siccome era un dio molto chiassoso veniva chiamato anche Bacco, che in greco significa “clamore“, da cui deriva la parola italiana baccano. I romani infatti adottarono Bacco per indicare appunto Dioniso. Sèmele, era la bellissima figlia di Cadmo, re di Tebe; Hera, gelosa, decise di farla morire: prese le sembianze della nutrice della giovane e insinuò nell’animo della fanciulla che Zeus non l’amasse e di metterlo alla prova. Il dio le si mostrava sempre sotto l’aspetto di un mortale, allora Sèmele chiese a Zeus di mostrarsi come dio per dimostrargli il suo amore; invano Zeus cercò di dissuaderla, spiegandole il pericolo a cui andava incontro. Sèmele insistette e quando Zeus le si mostrò in tutto il suo splendore e coi fulmini in mano la povera ragazza non poté resistere alla vampata di calore che Zeus emanava, con Sèmele sarebbe morto anche il piccolo che stava per nascere se non fosse stato per Zeus che gli fece schermo con l’egida e lo cucì nella sua coscia fino al momento della nascita. Compiuti i nove mesi, Zeus fece uscire il dio dalla coscia; lo affidò ad Hermes perché lo portasse dalle ninfe affinché lo nutrissero e allevassero. […]
Tratto da mitologiagreca.blogspot

Ora a parte gli aspetti curiosi riguardo agli Estense e alla loro scelta di bacco, di cui forse non vi interessa… la mia “accensione” è scattata sulla figura di Giove.

Giove e gli Dei

GioveSappiamo tutti, dalla mitologia greca, che Giove e gli dei dell’Olimpo per incontrare gli esseri umani non si mostravano mai con le loro vere sembianze, ma sempre con sembianze umane a volte strane. Qui si aprono differenti strade di riflessione ed analogia.

Una prima conclusione a cui si può arrivare è che la Divinità per mostrarsi all’uomo deve camuffarsi, prendere un corpo fisico umano/animale, pena la morte dell’umano. Questo perché il Dio (o la Dea) è pura energia, è splendore, è un sole. Ha quindi una radianza e una frequenza che brucia. Troviamo questo aspetto in molti racconti di diverse culture e tradizioni. La Bibbia, per esempio, è piena di racconti in cui la manifestazione di Dio è folgorante.

Mi viene ora mentre scrivo un altro collegamento. In diverse culture se un uomo viene colpito da un fulmine e sopravvive, viene considerato uno sciamano, un uomo chiamato dal Dio.

L’altra connessione a cui sono arrivato, riferito a questo aspetto, è l’incorporazione. Mi sono detto: “E se quanto viene descritto nel mito fosse una incorporazione da parte di uno sciamano?”

In Oriente sappiamo che lo sciamano incorpora la divinità che, attraverso il suo corpo, interagisce con il mondo che conosciamo e gli esseri umani. In molte culture lo sciamano, pur ricoprendo un ruolo essenziale, viene spesso emarginato (nel senso di messo ai margini della società), e quale persona anziana, disadattata, etc. potrebbe essere descritta come nel mito.

Questa potrebbe essere una descrizione di una cultura sciamanica, tramandata attraverso il mito.

La Dea Fortuna

Un’altra figura che mi ha colpito nel tour, è stata la Dea Fortuna, la Dea bendata a cui è stata dedicata una stanza.

Dea FortunaNella mitologia greca, Tiche o Tyche è la divinità tutelare della fortuna, della prosperità e del destino di una città o di uno Stato. Il suo equivalente romano è la dea Fortuna.
Tiche decide il destino dei mortali, come giocando con una palla che rimbalza e che simboleggia l’insicurezza delle decisioni. Nessuno deve dunque elogiarsi della sua buona fortuna o trascurare di ringraziare gli dei, altrimenti ciò conduce all’intervento di Nemesis (“giustizia compensatrice” o “giustizia divina”. Infatti originariamente la dea greca distribuiva gioia o dolore secondo il giusto, e quindi con “nemesi” si intende evento, situazione negativa che segue un periodo particolarmente fortunato come atto di giustizia compensatrice distribuito dal fato. L’idea che soggiace al termine è che il mondo risponda ad una legge di armonia, per cui il bene debba essere compensato dal male in egual misura.) […]
Tratto da tanogabo.com

La rappresentazione serviva a ricordare che non si nasce fortunati o sfortunati e a ricordarsi che tale condizione non può durare per sempre, perché la fortuna gira. Allo stesso tempo però non è possibile fare qualcosa per compensare la fortuna, per cercare di tenersela stretta… perché la fortuna è libera.

Sul soffitto della stanza c’è un bellissimo affresco in cui la Dea bendata percuote con un bastone l’Albero della Vita, dal quale possono cadere fortune o disgrazie. Questa immagine mi ha immediatamente ricordato il gioco della cuccagna, che tutti conosciamo: un calderone appeso a un albero da percuotere finché non si rompe o ribalta e lascia cadere i dolciumi. Quello che oggi per noi è un gioco (ormai anche poco praticato) era, una volta, probabilmente un rituale di connessione con la Dea Fortuna.

Il Karma

Ascoltando quelle parole, immerso nelle immagini, ieri ho connesso l’immagine di questa Dea con l’idea del Karma.

Ruota del Karma

Il Karma noi occidentali siamo abituati a vederlo come un aspetto negativo, ma in realtà è neutro. Si tratta delle azioni che compiamo nella vita, siano esse positive o negative e degli effetti che ne derivano. Anche il karma viene visto e raffigurato come una ruota che gira. Mi viene in mente anche che, tra le divinità induiste, Lakshmi è una Dea della fortuna. Ora non la conosco in maniera approfondita per comprenderne eventuali analogie, ma indubbiamente è interessante.

E’ davvero affascinante osservare come vi sia un sottile filo di Arianna che collega tutte le tradizioni del mondo, quando si parla di spiritualità. Ancora una volta riecheggiano in me quelle parole ascoltate che dicono “studiare culture lontane da te deve servire a rincontrare la tua sotto un’altra luce”. Non vi dico come sono emozionato e curioso di ristudiarmi la nostra mitologia.

Ah dimenticavo una cosa che ho scoperto ieri! Tutti conosciamo le famose colonne di Ercole che limitavano il mondo a ovest, ma sapevate che, dalla parte opposta, a oriente esistevano le colonne di Bacco? Pare che nei suoi viaggi Bacco si fosse spinto ai confini dell’estremo oriente, dove fece costruire le sue colonne. Anche questo un indizio di connessione e integrazione antica tra queste due culture?