La Reciprocità
La reciprocità è uno dei pilastri su cui si basa tutto il pensiero andino dei Qero’s.
Cosa vuol dire reciprocità?
Reciprocità è il rapporto dinamico di parità che collega nella stessa forma o nella stessa misura i rapporti esistenti fra due soggetti.
Questa si esprime, ovviamente, nelle relazioni tra gli esseri umani, ma anche col Cosmo. Sta a indicare una relazione e interrelazione tra simili.
I maestri andini ci insegnano che tutto, perché fluisca, deve essere scambiato in un rapporto di reciprocità. Per poter chiedere alla vita ciò di cui ho bisogno per il mio sostentamento, per vivere bene e in pienezza, devo essere disposto a dare, a condividere, a offrire. Questo può avvenire in qualsiasi forma di relazione: con un altro essere umano, ma anche con gli spiriti o la Pachamama.
Ecco che l’idea stessa del despacho (offerta rituale) ha proprio questa valenza: offro ciò che di più caro e potente posseggo (i miei 3 poteri, accompagnati dal cibo) affinché la vita possa rispondermi.
L’idea di vuoto
Questa idea si appoggia a delle leggi di natura che, oggi, abbiamo saputo riconoscere grazie alla fisica.
La fisica ci insegna che il vuoto in questo piano dell’esistenza non può esistere.
Ogni qualvolta si crea uno spazio vuoto, questo viene immediatamente ricolmato, non può esistere un buco in natura, tutto è interconnesso, collegato.
La reciprocità non è altro che la manifestazione di questo principio: nel momento che offro qualcosa di me, creo uno spazio vuoto che la natura lo ricolma immediatamente.
Questo principio, in realtà, non è conosciuto solo dai maestri andini… troviamo la sua applicazione in varie tradizioni del mondo. Chiunque abbia osservato la natura ed imparato da essa conosce questa legge.
Il tao
Il tao è un esempio di questa fluidità, di questo continuo movimento di scambio. Le due forze polari, complementari, di yin e yang sono in continuo mutamento e trasformazione l’una nell’altra. Sono interconnesse e si alternano continuamente, creando un movimento ciclico continuo.
La reciprocità nella medicina cinese.
Se osserviamo gli esercizi del Qi Gong, ci accorgeremo di quanto la reciprocità sia presente. L’uomo è un tramite tra cielo e terra e ha il compito di armonizzare queste due energie. L’80% degli esercizi del Qi Gong hanno a che fare con il dare e ricevere energia, con quell’idea di creare uno spazio vuoto affinché possa essere immediatamente colmato di nuova energia.
Anche nel Feng Shui vediamo applicata questa legge: per avere una casa in armonia, in cui le energie fluiscano liberamente, bisogna imparare a non accumulare. Se nella mia vita voglio portare qualcosa di nuovo, devo creargli lo spazio. Non posso fare entrare nell’armadio nuovi vestiti se questo è pieno, prima devo lasciare andare quelli vecchi che non uso più.
Il non attaccamento
Anche il Buddha ci ha offerto un insegnamento tra i più importanti: il non attaccamento.
Al di là di tutti gli aspetti filosofici ad esso collegato, possiamo dire che, ancora una volta, si tratta di reciprocità. Lasciando andare tutto ciò che non ci appartiene, diamo la possibilità alla vita di riempirci.
Un altro aspetto della reciprocità
“Un indio vendeva la sua frutta seduto serenamente a terra. La sua frutta era esposta su un drappo finemente intessuto a mano. Arriva un gruppo di uomini bianchi, vedono la frutta e, un po’ presuntuosamente, chiedono all’indio di poterla acquistare tutta, visto il basso costo. L’indio rifiuta sostenendo che non poteva vendergli tutto la sua frutta, altrimenti cosa avrebbe fatto il resto della giornata? I bianchi se ne andarono perplessi, pensando fosse pazzo… senza conoscere la profonda motivazione che spingeva quell’uomo a stare lì, sotto il sole.
Per l’indio era indispensabile che il frutto del suo lavoro potesse essere ripartito sul maggior numero di persone possibile, di modo da poter espandere il più possibile il benessere e la ricchezza e non a favore di un singolo.”
La reciprocità ci porta anche ad avere una visione “superiore”, comunitaria della vita, non più dettata da un puro interesse personale a discapito del prossimo, ma quale forza unificante. Da questa deriva un’idea di società completamente diversa, alla quale non siamo abituati, pur avendo avuto nei secoli (o millenni) diversi maestri e insegnamenti che hanno provato a insegnarcela.
Anche se l’idea di reciprocità è semplice, banale, quasi scontata… molto spesso non ne teniamo conto, non le diamo il giusto peso, non ci crediamo! Ecco quindi che voglio, io per primo, aprirmi a questa legge e aiutare le persone a farla propria.
Non c’è spazio nella tazza per altro caffè, se prima non la vuotiamo.